Il concetto di “Cambiamento” è stato oggetto di analisi da K. Goldstein che lo definisce come “un continuo cambiamento di tensione tale per cui viene raggiunto, in una successione di fasi, uno stato di tensione che permette e spinge l’organismo a realizzare se stesso in ulteriori attività, secondo la sua natura. Così che l’esperienza con i pazienti ci insegna che dobbiamo postulare un unico impulso, quello dell’autorealizzazione”.
Il Cambiamento è un comportamento adattivo in risposta a stimoli ambientali (Modello Comportamentista) ma per alcuni (Modello Psicodinamico) esso è un’evoluzione e una nuova consapevolezza che porta l’individuo a una maggior integrazione e minor conflittualità che lo portano a una vita di maggior produttività (C.R. Rogers).
E’ interessante riflettere su quanto scritto da E. Spaltro: “Noi siamo sempre alle prese con il problema del cambiare, quindi non dobbiamo porci la domanda sul perché cambiare in termini di azione, ma in termini di azione e consapevolezza. In realtà la scelta non è tra cambiare ο non cambiare, ma tra cambiare ο lasciarsi cambiare, tra changing e change“. [Gruppi e cambiamento, Etas Kompass, 1969].
Cambiare significa scoprire nuovi interessi, nuove forme di relazione con gli altri. Cambiare in fondo è realizzare noi stessi.
Cambiare vuol dire prendersi la responsabilità della nostra vita, passare da un’atteggiamento passivo ad uno attivo e diventare protagonisti della propria vita.